Ho iniziato a scrivere questo post direttamente da Parigi, appena uscita dall’ultimo giorno all’interno del parco Disneyland. Avevo paura di dimenticarmi le cose da raccontarvi: non sono qui per i “5 modi per spendere poco a Disneyland” o per indicarvi gli orari migliori per questa o quella attrazione, ma posso raccontarvi com’è andata la gestione di questo viaggio che si preannunciava complessa per la presenza di un quasi treenne, per gli spostamenti e per le mie intolleranze alimentari.
Ma andiamo con ordine.
Siamo arrivati all’aeroporto di Paris Orly con un volo EasyJet da Venezia, dotati di 3 zaini considerati bagaglio a mano piccolo, 1 bagaglio a mano grande (che era costituito dal nostro passeggino Cybex super pieghevole con dimensione autorizzata da cappelliera) e 2 bagagli da stiva. Questo ci permetteva di muoverci abbastanza agevolmente: uno di noi spingeva il carrello dei bagagli, l'altro gestiva il bambino e gli zaini lasciano le mani libere.
Una volta atterrati e ritirati velocemente i bagagli da stiva, siamo passati al noleggio auto a prendere il veicolo preordinato. Ci siamo mossi così velocemente verso il centro commerciale Val d’Europe per una piccola pausa pranzo e per la spesa alimentare necessaria al soggiorno.
Successivamente ci siamo recati al nostro alloggio, il Davy Crockett Ranch, composto da bungalow spaziosi e puliti oltre ciò che avevo immaginato, dotati di angolo cottura, frigo e microonde. C’è anche la macchina del caffè ma a me, se non è la mia o quella di persone che conosco, mi fa impressione usarla, non chiedetemi perchè. Davy Crockett Ranch è la struttura ricettiva del comprensorio Disneyland più lontana dal parco e non è dotata di navetta, ma è anche la più economica e in 10 minuti di auto si arriva al parcheggio: essere motorizzati fa la differenza, infatti secondo me lo scelgono soprattutto le persone che al parco arrivano in auto da zone non troppo lontane. Io l’ho scelto per poter fare la colazione in camera e potermi cucinare almeno 1 pasto al giorno e perché con un bambino piccolo io l’auto preferisco averla, che se gli viene l’otite di notte chi chiamo per portarmi all’ospedale? Sereni, sempre.
La prenotazione del Soggiorno e del noleggio auto si può agevolmente fare dal sito Disneyland, che prevede anche un calendario con l’indicazione dei prezzi giornalieri evidenziando le stagioni più o meno costose con colori diversi. Lì potete facilmente farvi un’idea: da notare che il parcheggio al parco (30 euro per giorno) è incluso per il Ranch e il biglietto d’ingresso per tutti i giorni in cui si soggiorna (circa 100 euro al giorno) è incluso per tutti gli hotel. Importante è anche l'ora in piu di magia al giorno: agli ospiti degli hotel Disney è permesso accedere al parco alle 8:30 del mattino invece che alle 9:30 e fa la differenza per certe attrazioni normalmente prese di assalto.
Detto ciò, com’è andata? Bene. Oltre le aspettative, devo dire.
Il primo problema da gestire era il pasto: io non posso mangiare glutine e lattosio e Dario non mangia granché. Nella mia organizzazione immaginaria, potevamo tornare a casa a pranzo vista la poca distanza, ma tutto ció l’ho smontato il primo giorno, quando ho capito che dal parcheggio all’ingresso del parco c’è almeno un chilometro e che farlo 4 volte al giorno, unito ai chilometri che si macinano all’interno, non era il caso (in media 10 al giorno, dice IWatch).
Il fatto è che l’odore del cibo dei parchi divertimento è tutto uguale: sa di fritto e rifritto, sa di patatine e panini troppo unti, di würstel abbrustoliti, caffè slavati e di insalate tristissime, offerte in menù probabilmente più per lavarsi la coscienza che per l’interesse reale di dare un opzione. Anche qui ci sono posti così, sono la maggioranza: krapfen a forma di topolino, biscotti di proporzioni epiche, croque monsieur giganti che odoravano di formaggio bruciato.
Ma, in tutto ciò, due chicche ci hanno salvato, anche se non a buon mercato: PYM Kitchen agli Studios e Plaza Gardens al parco Disney. Si tratta di buffet e ho trovato un accoglienza incredibile: un addetto mi ha accompagnata al buffet per mostrarmi cosa potevo e non potevo scegliere, senza fretta. Mi sono trovata molto bene. C’era pasta fatta al momento per Dario, pane e dolci, frutta fresca, carni, verdura cotta e cruda, varie preparazioni come hamburger mini e la Jambalaya da PYM o le cozze e il carré d’agnello da Plaza. Noi non abbiamo aggiunto al nostro pacchetto le formule per i pasti, nè avevamo prenotato i locali in anticipo: col senno di poi, consiglierei di farlo soprattutto di sabato e domenica.
Le tentazioni sono molteplici in ogni ambito: il cibo, appunto, ma anche tutto il merchandising che ovviamente vede l'intero catalogo Disney a portata di mano, dalle tazze, i portachiavi, l'abbigliamento, i costumi. Ad ogni angolo ci sono carretti e banchetti con qualcosa da comprare, l'importante è darsi un limite perchè ammetto che la sensazione all'interno del parco è un po' straniante, una bolla di entusiasmo che ti trascina un po'.
Nel complesso, davvero una bellissima esperienza: spero di essere stata esaustiva, ma per qualsiasi info che vi servisse sapete che sono a disposizione.