Ci sono delle consuetudini che annoiano, che rendono alcune esperienze ripetitive e non più interessanti. Poi invece ci sono delle altre consuetudini che rassicurano e che rivivi sempre con piacere, come rivedere ogni Natale il film “Love Actually” o come tornare a Londra ogni anno solo per respirarne l’aria.
Oppure come un pranzo dalla nonna Angelina.
Il menu è sempre stato quello, ogni singola volta, con minime variazioni sul tema… Come primo piatto il pasticcio (la lasagna) al ragù, besciamellosa e ricca di sugo di carne. Di contorno, la “verdura cotta”, cioè erbe di campo stufate in tegame con cubetti di pancetta, e quelle che io chiamavo “patate fetta lunga”, cioè patatine fritte preparate con la patata fresca affettata per il lungo e cotte sempre troppo in anticipo, così da risultare un po’ mollicce e unte.
Di secondo, il pollo in umido.
Rispetto alla più classica preparazione al forno, io lo preferisco: a dire il vero, preferisco sempre le preparazioni in umido perché adoro l’intingolo che rimane sul fondo della pentola, che sia uno spezzatino, un polipo o un delicato stufato di ceci al pomodoro, per raccoglierlo con un po’ di pane . La nonna nel pollo ci metteva le olive, io le ho sempre scartate per non so quale motivo. Mai affrontate fino a due anni fa, quando Giulia mi ha offerto un insalata di riso con zucca e melanzane, arricchita da olive e capperi, e mangiandone una cucchiaiata mi son data della scema da sola. Così nel mettere nero su bianco la ricetta, mi sono ricordata di quei sapori e li ho fatti miei, anzi, anche un po’ tuoi ora se deciderai di cucinarlo: scegli un pollo “di casa”, ruspante, che anche se più magrolino presenta sicuramente carni dal sapore più deciso e vero.
E raccogli il sugo che resterà sul fondo, che tu abbia pane o polenta abbrustolita andrà benissimo in ogni caso.
Prepara gli ingredienti, uno alla volta:
affetta molto sottilmente la cipolla; scola i pomodori secchi dall’olio e taglia a piccoli pezzi.
In un tegame da fuoco bello pesante (meglio se di ghisa o di coccio) poni l’olio e la cipolla: su fuoco basso cuocila dolcemente, perché deve appassire e non abbrustolire. Quando sarà morbida e traslucida, poggia sopra i pezzi di pollo con la pelle rivolta verso l’alto, alza il fuoco, versa il vino bianco e fai evaporare, poi abbassa a fuoco medio. Aggiungi i pomodori pelati e quelli secchi, le olive, un bel pizzicotto di origano secco, il rametto di rosmarino. Versa mezzo bicchiere di acqua, metti il coperchio e cuoci per circa 1 ora a fuoco medio basso, non deve bollire ma sobbollire piano e se si forma troppo liquido eliminane un po’ e lascia scoperto. Verifica la cottura del pollo incidendo vicino all’osso, dove non dovranno esserci tracce rosse di sangue e la carne dovrà essere bianca e soda. Prima di servire, regola di sale e pepe.