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"Giovedì gnocchi, Venerdì pesce, Sabato trippa" è un proverbio che ai tempi dell'antica Roma indicava il giovedì come un giorno dedicato ad un piatto ricco e sostanzioso come gli gnocchi, visto che precedeva il venerdì in cui era importante rispettare l'usanza di mangiare di magro. In effetti gli gnocchi sono rimasti nel nostro immaginario come un piatto festoso, soprattutto per chi ha avuto la fortuna fin da piccolo di vedere la mamma o la nonna intenta nella preparazione e magari anche per chi ha provato ad affondare le mani in quell'impasto soffice e malleabile. A Verona si mangiano gli gnocchi con burro e salvia o con la pastissada de caval (uno spezzatino di cavallo tipico) durante il "Venardì Gnocolàr", il giorno della sfilata dei carri di Carnevale: da loro infatti è rimasto più usuale consumarli di venerdì, ma credo non ci sia un giorno giusto o sbagliato per mangiarli, perchè sono graditi sempre da tutti.
Da piccola li preparavo spesso con mia nonna, che non sbagliava un colpo: erano sempre perfettamente formati, con quella conca nel mezzo pronta ad accogliere il sugo, che solitamente nella mia famiglia era di pomodoro, semplice. Si preparava anche il ragù, ma era molto atipico: poca carne, tanto pomodoro di conserva, niente olio di oliva ma di semi, perchè alla nonna piaceva così. In realta a Vicenza la ricetta tipica per condire gli gnocchi è con la cannella e il burro fuso, quasi nocciola, e se vuoi puoi aggiungere anche il grana grattugiato e, per aumentare la sensazione di agrodolce, dell'uvetta. In alternativa, gli gnocchi con la fioreta, un formaggio che potremo definire come una ricotta ricca di siero, ancora molto liquida. Io ho fatto mia l'abitudine di mettere la ricotta nell'impasto, perchè mi piacciono di piu e li trovi ancora piu fondenti in bocca e soffici: li hai mai assaggiati?
Lessare le patate è un'opera di pazienza: no microonde, no forno, io le patate le lesso. Dalla notte dei tempi le patate per gli gnocchi si lessano nell'acqua bollente e lo gnocco si regola in farina in base all'assorbimento di acqua che si è verificato: non succede niente, si sbaglia qualche volta, poi si impara. A volte capita che lo gnocco ti si sciolga nell'acqua bollente, perchè credevi l'impasto sodo abbastanza e invece lui si prende gioco di te: non fa niente, riprova, vedrai che la prossima volta ti riescono. L'acqua in cui li farai bollire non deve essere troppo gorgogliante, violenta: una bollitura delicata sarà sufficente. Scolali con un mestolo forato, non certo con lo scolapasta, altrimenti ti troverai con un ammasso colloso.
E ora forza, che ne dici di impastarne un po'?
Lava bene le patate raschiando l'eventuale terra attaccata alla buccia poi ponile in una capiente pentola di acqua, porta a bollore e fai lessare fino a che, pungendole, non siano tenere e non facciano resistenza. Una volta cotte, fai raffreddare un pochino poi sbucciale e passale allo schiacciapatate raccogliendo la polpa in una ciotola. Aggiungi l'uovo, la ricotta, una grattata di noce moscata e man mano la farina: potrebbe servirtene meno, o magari un po di piu... verifica che l'impasto sia ben amalgamato, non appiccicoso, malleabile. Attenzione perchè lavorando la polpa ancora calda, potrebbe sembrare necessaria maggiore farina: attendi che intiepidisca un pochino. Forma dei rotolini con l'impasto rotolandoli su un piano infarinato, taglialo a tocchetti di circa 1 cm e mezzo e poi con una forchetta imprimi leggermente i segni dei rebbi.
In una pentola, poni la cipolla, l'olio e l'aglio e fai scaldare soffriggendo con fuoco delicato: quando la cipolla è imbiondita, togli l'aglio e aggiungi il pomodoro, qualche foglia di basilico e un pizzico di sale e pepe. Fai addensare un po' sempre su fuoco medio basso.
Porta a ebolizione una capiente pentola di acqua salata e cuoci gli gnocchi, scolandoli appena vengono a galla e versandoci sopra il sugo di pomodoro. Servi caldissimi, se ti piace con parmigiano grattugiato.