San Martino è il santo a cui è dedicata la parrocchia di Lerino, il mio paese di origine in provincia di Vicenza.
Quando frequantavo quella chiesa, ricordo che fin da piccoli ci veniva raccontata la storia di quest'uomo divenuto santo per la sua grande compassione e umiltà e questo rendeva ancora più magico l'affresco sul soffitto della chiesa stessa, raffigurante la scena per cui Martino è divenuto "famoso".
Si narra infatti che, partito da casa sul suo cavallo con condizioni meteo poco clementi, Martino incontrò un povero infreddolito e poco vestito e non avendo dei soldi con sè per donarglieli, egli tagliò il mantello che aveva addosso per permettere all'uomo di coprirsi.
Lungo il suo tragitto, dopo un ulteriore tratto percorso, ne incontrò un altro così si privò anche del restante pezzo di mantello per donarlo al bisognoso.
Si dice che subito dopo il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite: da qui l’espressione “estate di San Martino”, usata per indicare il periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate, si verificano nuovamente condizioni climatiche di bel tempoe un aumento delle temperature.
San Martino morì l'8 novembre ma il suo festeggiamente ricorre l'11 novembre, nella data della sua sepoltura.
In molte regioni d'Italia l'11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio "A San Martino ogni mosto diventa vino") ma nel nord Italia, specialmente qui in Veneto, "fare San Martino" significa traslocare: difatti fino a non molti anni fa tutti i contratti di mezzadria, di affitto etc. avevano inizio (e fine) l'11 novembre, data scelta in quanto i lavori nei campi erano già terminati ma il tempo era ancora abbastaza buono e poco freddo per permettere di spostare famiglie e case agevolmente.
Era usuale vedere le famiglie contadine spostarsi con i loro carichi da un terreno ad un altro per iniziare nuovi contratti al servizio di altre persone.
"Fare San Martin" è rimasta nelle espressioni dei nostri anziani, tanto che la mia nonna ancora adesso non dice "traslocare" ma usa chiamarlo a quel modo.
Anni fa, perchè purtroppo ora si va perdendo, era tradizionale l'11 novembre vedere bambini in giro per le calli veneziane che, facendo un sacco di rumore con pentole e coperchi, chiedevano qualche soldino: il cavallo di pasta frolla si può trovare in tutte le pasticcerie veneziane per festeggiare la ricorrenza ma ultimamente si è estesa la zona di reperibilità e si trova facilmente anche nelle zone limitrofe. La base è un semplice biscotto, ma la decorazione è davvero stravagante: di solito si usano glasse o cioccolato a far da collante e poi ci si attaccano sopra zuccherini, piccoli frutti secchi, cioccolatini ancora incartati, gelatine di frutta...
Io l'ho preparato molto semplice per donarlo al mio nipotino e raccontargli la storia del santo a cavallo, se vuoi provarlo ti lascio la ricetta della mia frolla qui sotto.